Ghirelli: “VAR in C l’anno prossimo? Vediamo, i problemi ci sono. Sullo ius soli lavoreremo”
della presentazione delle finali playoff dei Campionati Primavera 3 e 4
in quel di Cesena. Tra i temi affrontati, l’introduzione del VAR nei
playoff di Serie C: “La questione del VAR è lo stesso problema dei
settori giovanili, è una questione di ragionare di sistema. Gli arbitri
sono giovani, sbagliano molto di più, e sarebbe utile che tutti noi
dirigenti dessimo una mano perché possano crescere. Loro sbagliano, come
sbaglio io che ho i capelli bianchi: immaginate i ragazzi. Quegli
arbitri, come i ragazzi della Primavera, hanno bisogno, più di chi
arbitra Ronaldo o Messi, di avere degli strumenti a disposizione. Il Var
dà una mano a risolvere problemi: il primo è commettere meno errori. Il
secondo è che si tratta di uno strumento didattico e di crescita: così
come i ragazzi della Primavera sono risorse, lo stesso vale per gli
arbitri. In parte è vero che serve più a noi che sopra, poi sarebbe
sciocco dirlo tout court. Faremo una sperimentazione, ne abbiamo
parlato col presidente Gravina e col presidente Trentalange, nonché il
designatore Rocchi: non è facile metterla in piedi. Domani avremo una
prima call da affrontare: in due mesi dobbiamo formare gli arbitri, che
non è semplice. Pensate solo agli auricolari, adesso interviene anche il
VAR: bisogna abituarsi e in questa prima fase dovremo utilizzare i varisti
della Serie A. Contemporaneamente, si metterà in piedi un gruppo di
lavoro che riguarderà cosa fare per il prossimo anno, e qui i problemi
sono seri: se superiamo quello dei costi e delle strutture, perché gli
stadi vanno certificati, teniamo conto che anche sul numero di arbitri
necessari non siamo messi benissimo. Uso un termine che si usa in
Chiesa: l’evocazione, non è che ce ne siano molti”.
Tra le novità di cui discuterete nel tavolo di riforme federale, c’è
anche la possibilità di superare i limiti attuali dello ius soli
sportivo?
“Ieri abbiamo iniziato a discutere, Gabriele ci ha fatto un po’ di punti
per studiare. Poi ci rivediamo martedì della settimana dopo Pasqua,
certamente lo dovremo affrontare. Per esempio, se prendiamo l’esperienza
di Francia e Olanda, il fatto di poter contare su ragazzi, come avviene
nella vita di tutti i giorni, che sono italiani ma i cui nonni sono
vissuti non in Italia, è una cosa da affrontare. Questo mondo è un
villaggio globale”