Lega Pro, lettera aperta di Vulpis: “Non usiamo i casi per dipingere la C come un inferno”

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Attraverso le colonne di TuttoC.com arriva la lettera aperta di Marcel Vulpis,
vicepresidente vicario di Lega Pro: “Nei giorni scorsi Fulvio Zara, su
Repubblica.it, ha descritto il girone “C “della Lega Pro come un mix tra
“inferno e farsa”. Anzi “non l’Inferno, ma un inferno…quinto cerchio
degli iracondi e degli accidiosi, più settimo dei violenti”. E ancora:
“la categoria è diventata, da mesi, una macraba arena creata non dalla
caduta di Lucifero sulla terra, ma da un sistema-calcio allo sfascio”.
Un bambino, un genitore, un fan, o un potenziale sponsor che volesse
seguire il girone C (o, più in generale, recarsi in uno stadio della
Lega Pro), non dovrebbe neppure avvicinarsi, tale è la dimensione del
male descritto dal collega Fulvio. Chiaramente non è così.

Questa rappresentazione, a metà tra Far West e atmosfere in stile
Gomorra, non ci rappresenta in alcun modo. Ogni settimana mi reco in un
territorio, per dialogare con i dirigenti dei diversi club (soprattutto
sui temi del marketing), vivendo, nel contempo, l’emozione della Serie
C.
Questa settimana ho scelto il derby Taranto-Bari, che mancava da oltre
29 anni. I tifosi tarantini hanno fatto il tifo per la loro squadra (per
l’intera durata del match) anche se avrebbero voluto confrontarsi con
quelli del Bari, perché tra le due piazze c’è una rivalità calcistica
che si perde nella notte dei tempi. Un sabato pomeriggio di calcio, di
emozioni e passioni insieme ad altri 11 mila tifosi.
Ad oggi, e sono in carica da 15 mesi, non ho mai vissuto le “atmosfere”
da te raccontate Fulvio. Forse sarò stato anche fortunato, ma non credo.
Piuttosto ho trovato, ovunque, grande umanità e rispetto.

Ma veniamo al caso dell’invasione di campo e delle minacce (vili) nei
confronti di Pietro Iemmello (attaccante del Catanzaro), nel match che
vedeva il Foggia contrapposto alla squadra giallorossa. Quello che è
successo è chiaramente una cosa gravissima (e deve essere punita “senza
se” e “senza ma”). Non rappresenta, però, in alcun modo, né l’immagine
del club, né dei tanti supporter foggiani che si recano allo stadio
semplicemente per tifare la squadra del cuore. Non possiamo utilizzare
questo caso, pertanto, per rappresentare il girone C come un vero e
proprio “inferno”.

E’ come se prendessi ad esempio (sempre per tornare alla recente
attualità) la vergogna delle coordinate missilistiche esposte su uno
striscione (durante Hellas Verona-Napoli), giocando cinicamente sulla
guerra russo-ucraina, arrivando ad affermare che tutti i tifosi
veronesi si riconoscono in questo schifezza. La Serie A pertanto è un
vero e proprio laboratorio di violenti?. Anche in questo caso non credo.

I violenti esistono, vivono tra di noi, li incontriamo quotidianamente
anche al semaforo, ma non sono la maggioranza né nella nostra serie, né
in quelle gemelle (A e B). Il calcio è lo specchio della nostra società.
Una società per certi versi anche violenta (e non solo nel nostro
Paese).

La collaborazione tra forze dell’ordine e vertici delle Leghe è
costante, ma non possiamo pensare che la violenza possa essere debellata
in pochi secondi. C’è bisogno di tempo, di un cambio culturale nella
nostra società e le squadre, a partire dalle nostre, sono, da tempo,
impegnate in migliaia di iniziative in ambito sociale (veicolando solo
messaggi “sani” in occasione dei match ufficiali). Durante la pandemia,
ad esempio, Lega Pro e club-associati hanno organizzato migliaia di
attività di solidarietà. Non siamo il Paradiso, ma non siamo neppure
l’Inferno.

Ecco perché Fulvio mi permetto di dirti: il girone C, così come gli
altri due (A e B,) non è l’Inferno che hai raccontato nella tua storia.
Ti invito, quando vuoi, ad accompagnarmi per assistere a un match
(scegli tu quando farlo, anche durante i playoff che partono a maggio),
così potrai toccare con mano quanto ti sto raccontando.

Da collega a collega: puoi raccontare tutto ciò che vuoi (per fortuna
viviamo in una democrazia), ma ti chiedo la cortesia di non trasformare
un episodio o singoli momenti, anche di cronaca nera, nella fotografia
(surreale) di un intero movimento. Questo non è giusto e rischia di
trasformarsi, tra l’altro, in un danno d’immagine (presente e futuro)
per l’intera Lega.

Ripeto: i violenti, una volta individuati, devono essere espulsi dagli
stadi, ma i dirigenti sportivi non possono trasformarsi in “sceriffi”.
Proprio perchè non siamo nel Far West, ma in uno Stato di diritto.

Certamente, e questo te lo prometto, a partire dalla prossima stagione,
sarò ancora di più sui campi (soprattutto su quelli più caldi). E magari
ci andremo insieme. Fulvio continua a seguirci provando a raccontare
magari le tante storie belle di questa serie calcistica, porta di
accesso, come ben sai, al “professionismo”.

In sintesi, ti ho scritto per due ordini di motivi: primo perchè sto
toccando con mano, in questa nuova esperienza, il grande lavoro dei
tanti dirigenti, sia della Lega, sia dei club, secondo perchè, più in
generale, ci metto sempre la faccia (soprattutto nei momenti più
difficili).

Redazione

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Fonte della notizia: tuttoc.com

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